di Antonio Capone, Vice Presidente ODAF Avellino
Il nocciolo è una coltura di antichissimo insediamento in Campania, il cui legame, con la nostra Regione, è molto forte come dimostrato anche dal nome scientifico, “Corylus avellana”, con riferimento ad Avella, provincia di Avellino, centro già noto nell’antichità per la produzione di nocciole.
Il paesaggio di ampie zone delle Campania è fortemente caratterizzato dalla coltivazione di questa antichissima coltura arborea, che ha trovato in alcune aree le condizioni adatte di sviluppo e produzione: clima mediterraneo, suolo sciolto e profondo di origine vulcanica, tecniche colturali ormai consolidate. La Corilicoltura è la pratica dominante nei territori di Vallo di Lauro e nel Baianese, nella Valle del Sabato, nel Partenio e nella Valle Caudina. Le sue cultivar Tonda di Giffoni, Mortarella, Camponica, San Giovanni, Tonda Bianca di Avellino, sono riconosciute dal Ministero delle politiche agricole “prodotto agroalimentare tradizionale italiano”. Naturalmente l’ottima qualità di queste nocciole le rende universalmente apprezzate, specie nelle pasticcerie e gelaterie dove sono impiegate per la preparazione di torrone, cioccolatini, biscotti e nella gastronomia.
Secondo i dati Istat del 2015 in Italia si contano 71.520 ettari coltivati a nocciolo, di cui 68.600 in produzione. La geografia italiana del nocciolo vede come prima regione produttrice il Lazio, con 45.967 tonnellate annue, di cui 45.000 concentrate nella provincia di Viterbo. Segue la Campania con 39.590 tonnellate annue, di cui 15.200 nella provincia di Avellino. Al terzo posto il Piemonte con una produzione annua di 20.027. Tra le regioni in crescita c’è la Sicilia, con 11.978 tonnellate, di cui 9.600 nella provincia di Messina.
L’eccellenza della nocciola Campana comincia dalla terra e passa attraverso tecniche innovative che coniugano produttività e sostenibilità. In un momento di grande attenzione su tale prodotto e di forte richiesta da parte del mercato, è stato organizzato il 28 aprile 2018 a Monteforte Irpino (Av), presso l’azienda agrituristica Quaresima, il corso “Assaggio nocciola e trasformazione”. Per la prima volta è stato organizzato al Sud un evento di grande spessore sulla Nocciola che ha visto la collaborazione tra associazioni, privati e professionisti del settore corilicolo provenienti da tutta Italia, al fine di accrescere la conoscenza sull’oro rosso della nostra regione.
L’ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali della Provincia di Avellino ha patrocinato l’evento insieme all’Associazione Nazionale Città della Nocciola, la Cooperativa Nocciola di Avellino, Agriturismo Quaresima, Mia Food, F.lli Torrengo, Laboratorio Analisi San Carlo, Noccioro.
Il corso è iniziato con i saluti da parte di tutti i docenti e del Presidente e vice Presidente dell’ Ordine di Avellino, Dott. Ciro Picariello e Dott. Antonio Capone.
Ciro Picariello: “quando ho saputo di questo convegno ho voluto che l’ordine di Avellino patrocinasse l’evento perchè la coltura della nocciola ci appartiene”. “Ricordo bene l’ultimo convegno internazionale organizzato dalla Regione Campania sulla nocciola, era il 1987, ed è stato un evento che ha visto giustamente Avellino quale capitale della produzione mondiale della nocciola”. “Bisogna puntare non solo a produrre nocciole ma anche a trasformarle e commercializzarle, come è accaduto per la viticoltura, bisogna sviluppare filiere corte, puntando a prodotti di nicchia e di qualità”.
Antonio Capone: “la nocciola per gli Irpini, non è solo il frutto di una coltura arborea ma è soprattutto cultura ed identità territoriale”. “Ogni famiglia di origine irpina conosce questo nobile frutto e ne è fortemente legato per storia e tradizione”. “La corilicoltura ha visto crescere diverse generazioni tra cui la mia ed è stato ed è un settore economico importante per la Campania che, purtoppo, negli ultimi anni, sta vivendo momenti di difficoltà”. “Bisogna crederci, collaborare, portando conoscenza alle persone che hanno voglia di scommettere su questa cultura.”
Il programma ha visto un primo intervento sull’assaggio della nocciola, panel, vocabolario e scheda di assaggio con degustazione di diverse cultivar nazionali a cura di Irma Brizi , direttore e Panel Leader Associazione Nazionale Città della Nocciola. Subito dopo Carlo Iacoviello, Direttore Tecnico Laboratorio San Carlo Grottaminarda (AV) ha dedicato il suo intervento alle norme dell’ haccp ed il laboratorio di trasfomazione, analisi sui prodotti, imballaggio ed etichettatura. E’ seguita una presentazione di Marco Iannaccone sulle Aflatossine, determinazione qualitativa e quantitativa con kit r-Biopharm: metodi e materiale d’uso. Luca Murialdo titolare della Mia Food Tech di Castiglione Falleto (CN), azienda che produce macchinari per la trasformazione, ha spiegato tutto il percorso della nocciola da cruda a tostata, passando dalla granella a farina per diventare pasta e/o crema spalmabile, con riferimento a tutti i macchinari che si utilizzano ad ogni passaggio e le capacità di controllo della temperatura, i tempi per potere ottenere un prodotto di maggior qualità e conservabilità. Ha parlato anche delle macchine per produrre le nocciole pralinate e i dragees al cioccolato.
L’incontro si è concluso con l’intervento di Lorenzo Torrengo, titolare di F.lli Torrengo di Montelupo Albese (CN) che ha descritto la macchina sgusciatrice e calibratrice che permette di ottenere nocciole in guscio calibrate e nocciole crude sgusciate e calibrate pronte per la vendita o per le fasi successive di trasformazione. La pausa pranzo ha visto un menu’ tutto dedicato alla nocciola “mortarella” prodotta dall’azienda Quaresima, di Filomena Quaresima, che, grazie alla sua creatività in cucina, ha permesso di gustare e apprezzare la bontà della nocciola. A conclusione i partecipanti si sono spostati ad Avella (Na) presso la rinomata azienda corilicola e di trasformazione nocciola di Marco Maietta, Noccioro, per ammirare le funzioni della sgusciatrice Torrengo, illustrata dall’omonimo produttore.
I partecipanti, per lo più titolari di aziende agricole provenienti dal Lazio, Molise e da tutta la Campania, che si occupano, prevalentemente della prima fase di raccolta e vendita di nocciola in guscio, si sono dichiarati molto soddisfatti e intenzionati a pensare di iniziare il percorso di trasformazione presso le loro aziende. Hanno ricevuto un attestato di partecipazione e l’invito a visitare le aziende in Piemonte che effettuano la trasformazione e vendita dei prodotti corilicoli, vedere e provare le macchine in funzione ed assaggiare piatti a base di nocciola di tradizione piemontese.
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