Il rispetto delle regole

Amministratore

23 Ottobre 2015

di Walter Nardone
 
Uno dei motivi ispiratori delle attività della WAA è proprio quello di uniformare gli ordinamenti professionali vigenti nei vari paesi, al fine di consentire un più libero scambio di professionisti tra gli stessi.
 
La partecipazione ad eventi come il VI Congresso Mondiale degli Agronomi, consente un travaso di informazioni, di idee e costituisce un momento di crescita davvero importante.
 
Non perché sia contento del rapido scorrere del tempo, ma, tra qualche mese, termina anche l’anno 2015. E, come saprete, al 31 dicembre tutti gli enti sono tenuti a redigere un bilancio che, nel caso degli ordini, non è solo di tipo economico, ma riguarda anche il rispetto degli obblighi da parte degli iscritti.
 
Da qualche anno, infatti, il nostro regolamento professionale prevede, come in altri ordini e/o associazioni aderenti alla WAA, in particolare, un aggiornamento continuo e la stipula di una polizza assicurativa.
 
I Consigli territoriali, quindi, sono tenuti a verificare la regolarità nel pagamento delle quote di iscrizione oltre al rispetto dei suddetti obblighi.
 
E’ vero che, l’iscritto, in genere, non è rimasto contento quando ha saputo di dover rispettare un qualcosa che veniva ritenuto come un ulteriore peso da sopportare per poter svolgere una attività, ma è necessario riflettere su tali incombenze con la dovuta obiettività.
 
A cosa servono queste regole e, soprattutto, il rispetto delle stesse?
 
Servono, nel caso specifico, a migliorare la qualità del servizio che offriamo, a fare in modo che noi tutti, con le dovute eccezioni, dedichiamo un tempo minimo all’aggiornamento anche se questo avviene praticamente tutti i giorni. L’assicurazione professionale, poi, è una garanzia per il committente, ma anche e soprattutto è un ombrello protettivo per noi professionisti di fronte ad una eventuale richiesta di risarcimento.
 
Perché, allora, questo mio appello al rispetto delle regole?
 
E’ molto semplice la risposta: se tutti noi facessimo per bene il nostro dovere, i Consigli territoriali non disperderebbero forze, energie e tempo dietro la verifica degli obblighi da parte degli iscritti. E, cosa più importante, si potrebbero impegnare, ancora di più, in quelle attività di comunicazione, difesa delle nostre competenze, di divulgazione delle stesse.
 
Quindi gli Ordini provinciali chiedono una maggiore collaborazione da parte della base.
 
Non è necessario lamentarsi, occorre un cambiamento epocale e, senza alcun dubbio, spetta alla nostra generazione tentare di seguire tale strada.
 
Iniziamo con il rispettare le “nostre” regole e mostriamo, in tutte le sedi lavorative, un approccio diverso, più etico, alle problematiche!
 
 

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