Consulenza zootecnica: le ricadute in termini economici. Le azioni di consulenza nell’allevamento bufalino a cura del dottore agronomo

Amministratore

26 Gennaio 2016

di Roberto Napolano
 
Gli allevatori ben conoscono quanto sia importante una gestione razionale dell’alimentazione degli animali in produzione zootecnica. Commettere errori in questo ambito vuol dire mettere in serio pericolo la validità economica dell’intera azienda agricola.
 
Il consulente alimentarista, oggi, in molte realtà zootecniche, è parte integrante dello staff aziendale. Questo contribuisce alle scelte ed alle strategie che l’imprenditore bufalino adotta.
 
Tra gli zootecnici è noto che una buona e corretta alimentazione concorre a far esprimere al meglio quelle che sono le potenzialità genetiche degli animali.
 
La Bufala mediterranea italiana – che rappresenta il patrimonio zootecnico di maggior importanza per la Campania – presenta dei “numeri” inerenti la selezione della mandria che dovrebbero far riflettere. L’ereditabilità della produzione del latte di bufala è di 0,37 ovvero del 37%, mentre l’ereditabilità del tenore percentuale in grassi e in proteine è rispettivamente 0,24 e 0,31 (dati ANASB, 2015).
 
Semplificando ai minimi termini e approssimando un po’ il concetto, possiamo dire che l’animale nella produzione del latte è condizionato quasi per il 40% dalla genetica.
 
Formulando un discorso puramente economico si può affermare che trascurare margini di miglioramento di questa entità non è cosa razionale. Eppure spesso e in diverse importanti realtà produttive del territorio campano tale aspetto è quasi del tutto ignorato. In genere nel bilancio di una efficiente impresa, anche piccoli fattori, che possono far variare in senso positivo o negativo il tornaconto, sono oggetto di attenzione e di studio.
 
Proprio nell’ambito della mangimistica dove il prezzo di mercato dei concentrati è condizionato a livello globale (sviluppo di paesi emergenti, speculazioni finanziarie, alternanza delle produzioni delle coltivazioni, prezzi dei carburanti, ecc.), l’imprenditore agricolo può fare ben poco. In particolare per le aziende con poca terra, il fenomeno è a dir poco devastante.
 
In quest’ottica, gli allevamenti che fino ad oggi hanno trascurato il fattore “genetica” dovrebbero cercare di agire in modo organico e più incisivo al fine di sfruttare questi margini di miglioramento.
 
Se è pur vero che “il latte si fa con i parti” (garantendo una corretta gestione della riproduzione della mandria), a parità di produzione totale, avere un numero inferiore di capi comporta notevoli vantaggi. Tra i tanti effetti benefici del contenimento del numero complessivo di capi, bisogna ricordare la cogente problematica dello smaltimento degli effluenti d’allevamento.
 
Purtroppo i risultati del lavoro svolto sotto il profilo della gestione genetica dell’allevamento, non sono certo verificabili nell’arco di qualche settimana, come invece avviene in dietetica animale. La buona riuscita di un piano di selezione zootecnica dipende prima di tutto dalla formazione dell’allevatore. Un allevatore ben informato è in grado di sfruttare al meglio quelli che sono gli strumenti che il sistema italiano della selezione mette a disposizione: diagnosi di parentela, elenchi madri di toro, valutazioni morfo-funzionali, indici genetici produttivi e morfologici, ecc.
 
Un allevatore ben informato è anche in grado di valutare attentamente se un tecnico è valido oppure no.
 
Gli accertamenti di parentela (DNA), la scelta dei tori per le inseminazioni strumentali, i piani di accoppiamento, la valutazione dei maschi da allevare come riproduttori, sono procedure che negli allevamenti bufalini ben strutturati dovrebbero far parte della gestione ordinaria. Un’azione di consulenza in questo campo, come già avviene per l’alimentazione, è indispensabile. Il settore zootecnico in generale – e quello bufalino in particolare – è caratterizzato da forti evoluzioni che potrebbero favorire fortemente la presenza del consulente agronomo zootecnico.
 
La gestione della selezione andrebbe vista anche in un’ottica di gestione integrata. Il management dell’allevamento bufalino oggi (e ancor più domani) richiede nuove competenze, come: tracciabilità, controllo qualità e certificazioni volontarie, ambientali, ecc.
 
Coloro che sono chiamati a supportare le aziende zootecniche nell’espletare queste scelte sono anzitutto gli agronomi che, per la formazione multidisciplinare che li caratterizza e grazie all’aggiornamento continuo, possono essere figure di riferimento per le aziende di questo settore. Professionisti che devono essere presenti e svolgere le azioni di consulenza, alla luce della nuova PAC, in modo continuativo e non solo nelle fasi progettuali o di programmazione economica legate allo sviluppo rurale.
 
Consulenza zootecnica le ricadute in termini economici

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