Gestione agronomica del suolo con macchine per sodseeding

Amministratore

26 Gennaio 2016

di Salvatore Faugno
 
L’ agricoltura del nostro Paese è articolata e complessa, si differenzia per sistemi colturali molto eterogenei, con gravi e irrisolti problemi di sostenibilità e di competitività. Queste problematiche sono affrontate da diverso tempo e, nonostante le informazioni sulle cause siano ancora del tutto incomplete, esistono numerose prove scientifiche, condotte in varie aree del mondo, che individuano nella revisione dei sistemi di produzione, attraverso l’adozione di adeguate tecniche agronomiche, l’approccio integrato per la gestione sostenibile e la salvaguardia del suolo.
Le lavorazioni profonde con inversione degli strati e, in generale, lo sfruttamento indiscriminato del suolo, hanno determinato una progressiva degradazione della sua struttura, un aumento del compattamento e una diminuzione del contenuto in sostanza organica. L’agricoltura convenzionale provoca profonde trasformazioni negli ecosistemi e nei loro equilibri; molti di questi cambiamenti potrebbero essere irreversibili come ad esempio la progressiva diminuzione della sostanza organica, l’inquinamento delle falde acquifere causato dalle sostanze chimiche adoperate per i trattamenti fitosanitari, l’erosione e il compattamento del terreno.
I sistemi conservativi di lavorazione del terreno (minimum tillage e no tillage), invece, si caratterizzano per diversi effetti positivi sul suolo quali:

  • l’incremento della sostanza organica;
  • la riduzione della perdita di suolo per erosione;
  • la minore evaporazione dell’acqua;
  • l’incremento della conducibilità idraulica;
  • il miglioramento della struttura.

Inoltre, questi sistemi di lavorazione del terreno, grazie al minore consumo di combustibile, permettono una drastica riduzione dell’emissione di gas a effetto serra, in particolare CO2. Lo sviluppo di tale tecnologia potrà contribuire al miglioramento qualitativo delle lavorazioni del terreno e contemporaneamente alla riduzione dei consumi energetici.
La Fao (http://www.fao.org/ag/ca/) definisce l’agricoltura conservativa come un sistema di produzione agricola sostenibile per la protezione dell’acqua e del suolo agrario, che integra aspetti agronomici, ambientali ed economici.
 
Vantaggi della semina su sodo
La realizzazione dei principi dell’agricoltura conservativa trova essenzialmente applicazione nella semina diretta (directseeding), sovente indicata come semina su sodo (sodseeding). La semina diretta è infatti una tecnica che cerca di non alterare il terreno per sfruttare quei processi naturali che mantengono nel tempo condizioni edafiche idonee alla coltivazione stessa. Se la gestione del terreno è condotta in modo ottimale, è possibile limitare le interazioni tra organi meccanici e suolo alle sole linee di semina e di deposizione del concime, ottenendo così tutti i vantaggi dell’agricoltura conservativa. La semina su sodo è una pratica agricola che si basa sulla totale assenza di lavorazioni meccaniche del terreno. Il concetto di semina su sodo è spesso frainteso e questo invita a chiarirne bene il significato e le implicazioni. Per molti si tratta semplicemente di un’innovazione tecnologica o meccanica che permette di seminare su terreni non dissodati. Invece, si tratta di un vero e proprio sistema colturale alternativo a quello convenzionale, che richiede professionalità, esperienza e adeguata tecnologia (Derpsch e Friedrich, 2010). Per il buon esito della semina su sodo, infatti, non si deve tenere in considerazione solo il fattore semina, ma un intero sistema di elementi colturali e gestionali che va rivisto e adeguato rispetto a quello che caratterizza i sistemi convenzionali di coltivazione.
Le seminatrici progettate per operare sul sodo, a differenza di quelle per la semina tradizionale, devono essere dotate di organi di assolcatura in grado di garantire una adeguata apertura del solco in terreni compatti e spesso in presenza di residui colturali in superficie.Le attuali macchine per la semina su sodo in commercio si differenziano in base alla tipologia di organo assolcatore che montano. Generalmente risultano ben più sviluppati i sistemi con assolcatore a disco semplice e doppio normalmente adatti per i terreni tenaci. Per i terreni sciolti o tendenzialmente sciolti si usano i sistemi a falcione e/o a stivaletto. Questi ultimi sistemi sono stati trasferiti quasi integralmente dalle seminatrici tradizionali a quelle destinate ad operare su sodo, con risultati dal punto di vista operativo spesso molto variabili.
 
Seminatrici su sodo monitorate in aziende lucane e pugliesi
Dalle considerazioni sopra esposte, risulta evidente che la seminatrice da sodo riveste un ruolo di primissimo piano nell’adozione delle pratiche conservative. Nel corso degli ultimi anni le caratteristiche tecniche e operative di varie seminatrici da sodo sono state analizzate in un comprensorio di diverse aziende lucane e pugliesi monitorate. Vediamo di seguito le principali caratteristiche di alcune di queste macchine.
John Deere 750 A La seminatrice John Deere che viene utilizzata nel comprensorio è il modello 750 A, una macchina della larghezza di lavoro di 4 m che viene trainata da una trattrice John Deere 4955 della potenza di 140 kW. La tramoggia ha una capacità di 1.800 L. Questa seminatrice pneumatica è in grado di seminare su 24 file in un unico passaggio, con un’interfila di 0,16 m. Gli organi assolcatori sono dischi la cui pressione nel terreno è variabile da 0 a 250 kg mediante un sistema idraulico attivo. La lama di tali dischi è inclinata di 7 gradi per migliorare la penetrazione ed effettuare anche una rincalzatura. Un ruotino di pressione da 24 × 24 mm, disposto lateralmente all’assolcatore, serve a calcare il seme nel solco.
Laseminasodo Flora 3500 è una seminatrice meccanica portata. Si presenta con telaio rettangolare, dove sono montati gli organi assolcatori a movimento indipendente e su cui alloggia una tramoggia che presenta una capacità di 1.300 L. Ha un fronte di lavoro di 3,50 m con una larghezza d’ingombro, per il trasporto su strada, di 2,50 m. La distanza tra gli organi assolcatori, 21 falcioni, è di 0,166 m. Caratteristica degli stivaletti è la «goccia», una sorta di piccolo rigonfiamento sulla suola dell’organo che crea, all’interno del piccolo solco, una a cavità utile all’alloggiamento del seme durante la caduta dai tubi adduttori. Il trasporto del seme viene garantito da un sistema pneumatico anche grazie all’implementazione di un ventilatore azionato idraulicamente. La potenza richiesta per l’uso di questa macchina operatrice varia da 88 a 110 kW. È una seminatrice robusta, pratica, versatile e capace di seminare, sia su sodo sia su lavorato, semi di qualsiasi tipo e dimensione. Rispetta il più ampio concetto di agricoltura conservativa, oltre che le esigenze delle piccole e grandi aziende agricole. Le modalità di deposizione del seme in questa macchina sono molto particolari: la presenza di falcioni assicura un’efficace messa a dimora del seme e una sua uniforme distribuzione anche in presenza di residui vegetali. Un erpice a denti elastici montato posteriormente consente la copertura del seme dopo la distribuzione.
Directa-Gaspardo è una seminatrice meccanica della larghezza di lavoro di 3 m; gli organi assolcatori sono 16 dischi distanti 0,18 m l’uno dall’altro. La tramoggia ha una capacità di 850 L. Un erpice a denti elastici, montato posteriormente, consente la copertura del seme dopo la distribuzione. È possibile una regolazione manuale della pressione degli assolcatori in funzione della resistenza alla penetrazione che oppone il terreno.
Semeato TDNG 300E è una seminatrice trainata con elementi di semina collegati al telaio e tutti indipendenti. L’assolcatore è costituito da doppidischi di diametro differente accoppiati a V, che consentono un’elevata capacità di penetrazione con una minima apertura del solco di semina, senza sbriciolare il terreno, e che grazie all’inclinazione assicurano una perfetta apertura del solco anche in presenza di cospicui residui colturali. La tramoggia per il seme ha una capacità di 1.600 L, mentre la tramoggia per il fertilizzante ha una capacità massima di 910 L. Con un fronte di lavoro di 2,89 m, presenta una distanza tra gli organi assolcatori (17 dischi) di 0,17 m. Questa soluzione permette di affrontare anche le soluzioni più difficili di terreno. La seminatrice consente una distribuzione combinata di seme e concime nel solco di semina, importante soprattutto su terreno sodo, per una rapida emergenza. La potenza richiesta per l’operazione di questa macchina varia da un minimo di 66 ad un massimo di 95 kW.
Kverneland Accord DL La seminatrice pneumatica Kverneland Accord DL (foto 5A) è ideale per aziende agricole medio-piccole. Il modello DL combina caratteristiche come compattezza e leggerezza con la qualità collaudata dei prodotti Kverneland Accord. È disponibile con larghezze di lavoro da 2,5 a 3 m. Grazie al baricentro ravvicinato al trattore, l’utilizzo della Accord DL richiede basse potenze. La tramoggia di questa seminatrice ha una bassa altezza di riempimento e offre una capacità di 750 L. Sono disponibili inoltre dei sistemi elettronici opzionali di controllo della semina, come FGS, Signus e IsoMatchTellus. La trasmissione del moto dalla trattrice a questa macchina viene garantito da una cinghia trapezoidale/PDF a 540 e 1.000 giri/min. Gli organi assolcatori a stivaletto sono 24 e posizionati a una distanza di 0,18 m l’uno dall’altro.
 
Prestazioni delle macchine testate
Nelle aziende monitorate le seminatrici esaminate sono accoppiate a motrici di potenza medio-alta, in alcuni casi a doppia trazione, necessarie per trainare macchine su un terreno che è di collina, ma ricade in un comprensorio in cui la situazione climatica spesso limita la creazione delle condizioni di tempera per l’attuazione ottimale della semina. In complesso tutte le seminatrici valutate hanno manifestato un buon grado di affidabilità. Non si sono verificate rotture di organi che hanno costretto all’interruzione delle prove e ci sono stati solo interventi di manutenzione ordinaria. Il buono stato tecnico delle macchine è certamente dovuto sia a un loro un utilizzo annuale costante, visto che ormai in quelle zone il sodseeding è una pratica ordinaria, sia al fatto che alcune sono di proprietà di contoterzisti, che hanno effettuato con cura e rigore tutti i dovuti interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria. I risultati sono variabili in funzione delle seminatrici impiegate e della realtà in cui esse hanno operato. Interessante è notare che il loro andamento riflette l’andamento delle rispettive produzioni ottenute con le tecniche tradizionali. Infatti, nelle aziende in cui si è registrata la minore resa produttiva con il sodseeding, si è registrata anche la minore resa produttiva delle superfici con le tecniche convenzionali.
 

seminatrice Directa gaspardo

seminatrice Directa gaspardo


seminatrice Kverneland Accord DL

seminatrice Kverneland Accord DL


seminatrice laseminasodo Flora 3500

seminatrice laseminasodo Flora 3500


seminatrice Semeatp TDNG 300

seminatrice Semeatp TDNG 300


 

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