Progettare paesaggi: il punto di vista dell’Agronomo

Amministratore

27 Maggio 2016

di Fabrizio Cembalo Sambiase

L’Agronomist and Forester Day tenutosi a Portici lo scorso 15 Aprile presso la sala Cinese del Dipartimento di Agraria, per me facoltà di Agraria, è stata un’occasione molto importante di confronto tra i futuri professionisti e i “senescenti” relatori. Già almeno una decina di anni fa spiegai, su richiesta del Prof. di Stefano, le possibilità professionali che la formazione agraria mi aveva aperto. La mia presentazione si è centrata ovviamente sul mestiere che ho scelto.

Parlo di “Mestiere” perché la professione dell’agronomo oltre ad essere di concetto è anche di capacità manuale, pratica, di conoscenza approfondita delle interazioni biotiche e abiotiche esistenti nel mondo in cui viviamo.

Il mestiere dell’agronomo può essere declinato in vari modi ed ognuno di essi si trova direttamente o indirettamente ad influenzare il sistema paesaggio. Per questo motivo qualunque sia la nostra scelta in termini lavorativi – la gestione di una azienda agricola, la progettazione di un piccolo giardino o di un piano del taglio boschivo, l’attività di consulenza aziendale – risultadi fondamentale importanza non focalizzarsi solo alla risoluzione del problema che abbiamo di fronte, ma allontanare il punto di vista allargando la prospettiva, inserendo il nostro operato in un contesto più ampio che permetta di comprendere le relazioni e le azioni che stiamo innescando.

Interessarsi di paesaggio, di progettazione del verde su piccola o grande scala che sia, ci dà la consapevolezza di appartenere a un complesso sistema di relazioni tra i vari elementi che compongo l’ambiente e quindi ci fa capire l’importanza delle interrelazioni che necessariamente devono esistere tra le diverse professioni che a vario titolo si interessano del territorio. Interrelazioni che arricchiscono il nostro bagaglio culturale e ci permettono costantemente di osservare la problematica da diverse angolazioni, alla ricerca della soluzione migliore.

Conferma dell’importanza del ruolo dell’agronomo nel mondo complesso della progettazione del paesaggio, l’ho avuta recentemente a Torino, al Congresso Mondiale dei Paesaggisti.

Infatti in questa occasione l’architetto del paesaggio Laura Lawson, docente all’Università del Department of Landscape Architecture at Rutgers, The State University of New Jersey, ha pubblicamente dichiarato la necessità di lavorare in sinergia con gli agronomi proprio in virtù delle loro conoscenze sulla fisiologia delle pianta e sulle relazioni esistetti tra le diverse piante inserite all’interno di un progetto.

Questo significa avere consapevolezza che l’ecologia, l’ambiente, l’agronomia, l’architettura, l’urbanistica non sono altro che diversi punti di vista di uno stesso argomentoe che il mestiere dell’agronomo – in particolare del paesaggista – è un mestiere che richiede e permette continui scambi che personalmente mi fanno affermare che è il mestiere più bello che c’è.

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